Gli edifici e le costruzioni sono responsabili del 39% delle emissioni di carbonio nel mondo. Le emissioni operative, ovvero l’energia necessaria per riscaldare, raffreddare o illuminare un edificio, sono responsabili del 28% delle emissioni complessive. Poiché il settore edile è un importante motore del cambiamento climatico, esiste un notevole potenziale di miglioramento e di azione ambientale. Il World Green Building Council ritiene che il settore dell’edilizia e delle costruzioni possa eliminare le emissioni di carbonio entro il 2050, attraverso la diffusione globale degli edifici a energia quasi zero.
Gli edifici a energia quasi zero, noti anche come edifici a zero emissioni, sono edificio che non producono emissioni di carbonio. Questo risultato si ottiene attraverso elementi architettonici che forniscono alti livelli sia di efficienza energetica che di generazione.
Da una modesta villa per le vacanze a un grande building, questi edifici a energia quasi zero rappresentano esempio di un cambiamento nel mindset in architettura.
Grande edificio: una sede centrale a energia quasi zero nel Maryland (USA)
La maggior parte degli uffici urbani sono angusti, indipendentemente dalla capacità di generare energia attraverso pannelli solari in loco o con turbine eoliche. Ma l’azienda di biotecnologie United Therapeutics ha raccolto l’ardua sfida di costruire un edificio a energia quasi zero nel bel mezzo di una città caotica – e ci è riuscita.
La sede centrale della società nel Maryland, nota come Unisphere, è attualmente il più grande edificio commerciale a energia quasi zero a livello globale. Utilizza un mix di tecnologie avanzate come i pozzi di scambio geotermico scavati nel terreno e 3.000 pannelli solari per generare più energia di quella necessaria.
La United Therapeutics ha sostenuto che il costo di questo campus non è stato molto superiore ad alcuni dei precedenti, anche se non c’è dubbio che questo edificio ottimizzerà i suoi costi energetici nel lungo periodo.
Edificio di medie dimensioni: una Scuola di Design a energia quasi zero a Singapore
L’Università Nazionale di Singapore (NUS) si assicura di moltiplicare gli edifici a energia quasi zero con gli architetti e i designer al loro interno.
Lanciato nel 2019, l’edificio SDE4 della NUS School of Design and Environment genera la sua energia con circa 1.200 pannelli solari fotovoltaici, risparmiando fino a 180.000 dollari all’anno.
SDE4 vanta anche un sistema ibrido di raffreddamento e ventilazione e strutture architettoniche che forniscono l’ombra tanto necessaria in un ambiente tropicale come quello che ospita la scuola.
Nirmal Kishnani, allora vice preside della NUS SDE dice: «La sostenibilità è diventata una parte importante di ciò che insegniamo. L’architettura della scuola doveva essere all’altezza della pedagogia della scuola. Se questo fosse fatto bene non solo aggiungerebbe credibilità a ciò che insegniamo, ma consentirebbe l’uso dell’edificio come supporto didattico e strumento di ricerca».
Piccolo edificio: una casa per le vacanze nella campagna spagnola
Una casa vacanze nel Parco Naturale di Valles Pasiegos, nel nord della Spagna, chiamata Villa Slow, dimostra che gli edifici a energia quasi zero possono essere accessibili alle masse.
L’architetto Laura Alvarez, cresciuta nella regione, ha progettato l’edificio a energia quasi zero, perché desiderava «un luogo dove poter stare al caldo quando fuori fa freddo ed essere completamente connesso con l’esterno quando splende il sole».
«La pompa di calore è collegata alla rete e produce cinque kilowatt di energia per ogni kilowatt che preleva dalla rete. Quindi, produce più energia di quanta ne consumi», ha detto Alvarez. L’architetto ha modellato il design su una tradizionale «cabaña pasiega» (capanna contadina) e ha usato muri antichi in pietra per massimizzare l’isolamento.
Mentre il numero di edifici a energia quasi zero continua a salire, la casa contadina dimostra, quindi, che non sempre c’è bisogno di grandi progetti su larga scala per fare la differenza nel mondo.